Nuove esigenze e richieste degli utenti, e aziende pronte ad accontentare tutti. Ma quanto pesa questo sulla architettura IT? Con l’aumentare degli applicativi, diviene sempre più difficile monitorare e intercettare le anomalie, con il rischio di impattare negativamente sulla user experience e sulla business continuity. Per questo motivo, oggi più che mai, fare Monitoring e Troubleshooting applicativo è fondamentale: il problema è che non sempre si hanno le competenze interne per farlo. Vediamo insieme cosa significa davvero fare monitoring dei propri applicativi e come farlo nel modo più vantaggioso.
Architetture IT sempre più complesse: le sfide da gestire
Se sul fronte del marketing si parla spesso dell’utente e di come le sue esigenze aumentino sempre di più e – corrispondentemente – anche le aspettative, non bisogna dimenticare che queste esigenze si ripercuotono anche sulla parte IT di un qualsivoglia progetto.
Gli utenti ogni giorno si interfacciano con touchpoint digitali: applicazioni, siti web, e-commerce, app, portali, e il grado di successo di questi canali è legato al tipo di esperienza che vivono su questi ultimi; per questo le prestazioni dei vostri applicativi devono rispondere ad ogni richiesta quotidiana e repentina degli utenti. Ciò si traduce nell’aggiunta rapida di servizi, di applicazioni, di migliorie, di nuove versioni che vanno ad arricchire a loro volta l’architettura IT sottostante.
Ovvio, penserete: non tanto ovvio, né facile, farlo. I rischi di questo overload di applicativi non sono pochi:
Tutti questi, poi, confluiscono nel rischio più grande di tutti: data la difficoltà di controllare, intercettare e risolvere in tempo gli errori, è molto probabile che questi arriveranno agli utenti, impattando sulle prestazioni del canale e sulla user experience. Ne conseguono diversi problemi:
- l’esperienza negativa porterà l’utente ad abbandonare il canale, con ritorno negativo sull’immagine e sulla business continuity;
- ogni anomalia riscontrata potrebbe portare l’utente ad aprire un ticket sovraccaricando l’help desk di primo livello per la risoluzione problemi.
Queste sfide, soprattutto l’obiettivo di mantenere alte le prestazioni, possono essere risolte solo da strumenti di Application Performance Monitoring e di Troubleshooting Applicativo.
Cosa significa davvero fare Application Monitoring e Troubleshooting
Quando gli ambienti IT sono multiprodotto e multifornitore, prima di passare al monitoraggio, bisogna centralizzare tutte le informazioni. Tramite il troubleshooting applicativo tutti i log vengono centralizzati e in questo modo si ha la piena osservabilità su tutto il sistema per monitorare più facilmente le prestazioni degli applicativi.
Troubleshooting significa quindi gestire e analizzare i log tramite l’aggregazione – da più fonti, anche terze –, elaborare tutti i dati raccolti – suddividendoli per categorie significative –, e analizzare gli stessi nel lungo periodo.
Questo passaggio è vitale data la proliferazione di microservizi e di dati e aiuta anche la successiva fase di Application Performance Monitoring (APM). Fare APM – come la parola suggerisce – significa procedere con il monitoraggio delle performance dei tuoi applicativi: il monitoring non solo ti aiuterà a comprendere le criticità delle tue applicazioni ma sarà in grado di rilevarle in tempo, prima che i disservizi impattino sulla user experience.
Fare application monitoring è fondamentale, ma non sempre si hanno le risorse interne per farlo.
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In realtà, dietro questa definizione apparentemente così semplice, c’è un mondo: fare APM significa avere una conoscenza approfondita dei propri ambienti IT, saper selezionare tra molteplici tools e strumenti di APM, integrarli con l’architettura aziendale, selezionare bene le metriche da valutare sulle caratteristiche specifiche del proprio ecosistema e sulle criticità che si vogliono intercettare.
Inoltre, un impianto di APM efficace deve poter monitorare tutti gli aspetti dell’ecosistema architetturale:
Arrivati a questo punto, se non fai utilizzo di strumenti di troubleshooting e di APM, avrai capito di star mettendo a rischio il tuo rapporto con l’utente e più in generale la tua business continuity.
Ma avrai anche ben capito come di fatto non sia proprio “un gioco da ragazzi” e di come sia necessario un team di esperti completamente dedicato a queste operazioni.
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Un servizio gestito di APM e troubleshooting è la soluzione ideale per tutte le aziende che vogliono evitare downtime dei propri applicativi e mantenere alte le prestazioni per i propri utenti, ma che allo stesso tempo non riescono ad avere né competenze interne né un team completamente focalizzato sulle soluzioni di monitoring.
I vantaggi di un servizio gestito includono sia le performance, grazie ad un know how e a un gruppo di esperti dedicato, sia i costi riducendo gli errori, prevedendo i rischi e garantendo una maggiore efficienza nello svolgimento del troubleshooting.
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In Intesys da anni lavoriamo con strumenti di APM e di Troubleshooting come Elastic, e abbiamo maturato l’esperienza per poter garantire un approccio proattivo anche in realtà multiprodotto e in un contesto di complessità delle architetture.
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