L’annuncio è di quelli che possono far tremare i polsi ad aziende software e sviluppatori mobile.
Questa notte è stato annunciata la chiusura del servizio Parse.
Parse è la famosa piattaforma di Backend as a Service adottata da oltre 600.000 app nel mondo e fornisce agli sviluppatori mobile tutta una serie di servizi indispensabili, tra cui push notification, database remoto, statistiche. Lo strumento è utile perché permette a chi deve realizzare applicazioni di concentrarsi esclusivamente sullo sviluppo mobile, offrendo una soluzione “chiavi in mano” per la parte server.
Questo cosa comporterà?
Disagi. Tanti.
Dal 28 gennaio 2017, quando il servizio sarà chiuso definitivamente, tutte le applicazioni agganciate a Parse smetteranno di funzionare o saranno limitate nei servizi, se non si prederanno provvedimenti tempestivi. Questo vale sia per progetti recenti, sia per quelli più datati. Questi ultimi saranno i più complessi da gestire, soprattutto se sviluppati per dispositivi Apple.
I clienti che hanno app sui marketplace dovranno chiedere alle aziende che hanno sviluppato i loro progetti di correre ai ripari, attraverso l’integrazione di soluzioni diverse (es: Amazon, Google e Microsoft), oppure seguire le istruzioni fornite da Parse stessa per installare la piattaforma su dei server privati.
Sei un’azienda che ha un’applicazione mobile?
- Contatta il tuo fornitore per capire se la tua applicazione usa Parse.
- In caso affermativo, chiedi un piano d’azione.
- Preparati ad un investimento per svolgere la manutenzione correttiva.
Sei una software house?
- Leggi la documentazione fornita da Parse.
- Valuta servizi alternativi o la possibilità di mettere in hosting Parse.
- Scalda i motori per le modifiche da fare
Se sei un freelance… Compra del caffè. Tanto caffè.
E questo sarebbe un articolo sul come comportarsi?
Io sono un freelance che ha un’app con Parse, comprare tanto caffe… Mi fa ridere… Ti prego cambia il titolo all’articolo. Grazie
Ciao Ilario,
l’intento della frase era volutamente ironico 🙂
La soluzione indicata per le software house vale ovviamente anche per i freelance. Parse ha messo a disposizione l’intera piattaforma con licenza Open Source. Una soluzione è quindi installarla su di un proprio server e poi integrarlo nell’app. In alternativa si migra verso altri servizi. Putroppo questa notizia costringerà molti professionisti come te e noi, a lunghi interventi di refactoring del codice.
Da noi il caffè, non manca mai, per fortuna. 🙂
Buon lavoro.