Lo scorso gennaio, in occasione del suo evento annuale, il World Economic Forum ha pubblicato un interessantissimo report dal titolo “The Future of Jobs” che merita di essere letto. Il tema del lavoro del futuro è particolarmente interessante di questi tempi, poiché i grandi cambiamenti all’interno delle realtà imprenditoriali stanno impattando in maniera forte e diretta sulle posizioni richieste all’interno delle organizzazioni, aprendo a nuovi ruoli e lasciando vecchie mansioni alle spalle (o, in alcuni casi, trasformandole in nuove).
In molti Paesi, occupazioni che dieci anni fa non esistevano neppure, ora sono le posizioni più richieste nel mondo del lavoro. Pensiamo soltanto alle novità nell’ingegneria, tra stampa 3D, robotica, smart living, per non parlare delle attività che girano attorno ad internet e al mobile che stanno portando le aziende ad operare verso la Digital Transformation. Citando le parole del report: è la quarta Rivoluzione Industriale, o Industry 4.0.
In particolare, sono due i ruoli di cui più si sta parlando di questi tempi nelle aziende. Il primo di questi è il data analyst: le aziende sono in evidente difficoltà nel mettere in atto la sempre più strategica attività di Business Intelligence, l’interpretazione del flusso di dati raccolti a fine di miglioramento delle performance. Il secondo ruolo, apparentemente meno insolito, è il sales specialist representative, una figura imprescindibile non solo orientata all’obiettivo di vendita, ma specializzata nella comprensione e nella presentazione dei sempre più complessi prodotti e servizi offerti sul mercato.
Un mutamento di professionalità che, comunque, non equivale alla perdita del posto di lavoro da parte delle figure del presente: proprio in quanto mutamento, vedremo alcuni degli impieghi di oggi trasformarsi gradualmente in qualcosa di diverso, grazie ad un percorso di formazione continua per tenere il proprio profilo allineato alle necessità del prossimo futuro.
Il cambiamento non riguarda solo le posizioni ma anche e soprattutto le skill richieste. Ecco come potrebbero essere rivalutate entro i prossimi anni:
Le differenze più importanti riguardano l’emergere delle creatività e del pensiero critico, due qualità che, anche tra le figure più brillanti, non è detto siano presenti. Ciò che cambia tra il passato e il futuro sarà deciso dalle soft skill, capacità che si possono maturare mettendosi in gioco e aprendosi a tutte le esperienze che la vita mette davanti. E proprio per lo sviluppo di questi talenti, sostiene la ricerca, è necessario un cambiamento radicale da parte di tutti:
“[…] For a talent revolution to take place, governments and businesses will need to profoundly change their approach to education, skills and employment, and their approach to working with each other.”
Ci attende una vera e propria rivoluzione dei talenti.
E mentre organizzazioni e governi cercano soluzioni per rendere il mercato futuro del lavoro ricco di nuove figure, ricche di nuove skill, cerchiamo di lavorare fin da subito su noi stessi, aprendoci ad una crescita personale che possa accompagnare il vento di cambiamento.