Come ho già avuto modo di affermare in post precedenti, la data protection è un tema su cui si concentra oggi l’attenzione degli addetti ai lavori.
La numerosità dei dati e la complessità organizzativa in crescita all’interno di numerose realtà aziendali tendono ad attribuire al termine sicurezza un significato sempre più ampio che, oltre al concetto di protezione, si estende ad interessare la velocità di recupero dei dati stessi in caso di errori o compromissioni.
Parlando di sicurezza viene spontaneo soffermarsi sul concetto di backup: a questo proposito, ho pensato potesse essere utile introdurre la regola del 3-2-1-0, che rappresenta un buon punto di partenza in materia.
3 = salvare 3 copie dello stesso file
Il numero 3 che apre la serie, indica in modo inequivocabile il numero di copie che è bene conservare per ogni operazione di salvataggio eseguita.
Oltre a ciò, è importante considerare che i salvataggi multipli, gestiti con il giusto approccio, consentono di diversificare modalità e luogo di conservazione dei dati.
A questo proposito scendo nel dettaglio per cercare di rendere l’idea nel modo più efficace possibile: decidere come salvare i dati è importante per poter disporre di una serie storica sempre più ampia e per contenere lo spazio occupato. Per esempio si può decidere di conservare lo storico dell’ultima settimana come prima copia e il venerdì di ogni settimana per un mese come seconda copia disponibile.
Oltre al dato in produzione, infatti, per ridurre la possibilità di perdita del punto di restore, la soluzione ottimale è poter disporre di due copie per conservarne una in un ambiente fisico diverso da quello di produzione.
2= 2 Dispositivi diversi
Il 2 è il secondo numero di questa serie e allude ad un altro passaggio importante: l’opportunità di eseguire il backup su 2 dispositivi diversi tra loro. Disporre di un repository di backup performante dove salvare la prima copia offre come vantaggio un restore di dati in tempi brevissimi; al contrario, un dispositivo meno performante ma più capiente permette di conservare più punti di restore. Oltre a ciò, affidarsi a due dispositivi diversi per caratteristiche genera probabilità di rotture di natura diversa.
1= 1 copia fuori
Il numero uno viene utilizzato per sottolineare il fatto che parlare di sicurezza implica l’opportunità di custodire una copia del backup fuori dall’azienda.
In quest’ottica, il cloud privato si prospetta come soluzione ottimale in linea con l’esigenza di proteggere almeno una copia dei propri dati mantenendoli fisicamente lontani.
Chiudo questo breve post con un richiamo ai nostri servizi di Data Protection, che offrono backup basati sul cloud come repository sicuro, lontano dall’azienda quindi e dal luogo di produzione.
0= 0 errori
L’ultima nota relativa alla regola del 3-2-1-0, è relativa al fatto che un backup di qualità richiede una verifica periodica circa la recuperabilità dei dati salvati: essere sicuri di poter fare restore garantisce 0 errori.
In questo, la consulenza del nostro team di esperti che consente di recuperare interi servizi non solo dati è un punto di riferimento essenziale.