Sono numerosi gli strumenti che uno UX designer utilizza per compiere il suo lavoro al meglio. Axure, Sketch, Pop, Invision sono solo alcuni dei software che si possono adottare per realizzare prototipi più o meno dettagliati.
Nonostante ancora molte persone la associno ad un’attività giocosa e poco redditizia, scketciare su carta utilizzando dei semplici fogli, pennarelli e tanti post-it risulta in realtà una delle prime e fondamentali fasi di progettazione di un’interfaccia.
Disegnare e scrivere su carta comporta, infatti, uno stimolo creativo diverso ed una visione più ampia e concreta di quello che si sta realizzando. Questo conduce a risultati differenti da quelli che potrebbero emergere svolgendo le medesime attività attraverso un pc.
Oggi vorrei parlare di uno strumento che è stato creato per definire, nel modo più semplice e veloce possibile con analisi individuale o di gruppo, quali sono gli obiettivi di business e gli utenti/attori principali di un progetto.
Lo strumento è chiamato User Centered Design Canvas (che chiameremo d’ora in avanti UCDC) e viene utilizzato da molti professionisti per facilitare la progettazione di siti web, ma anche per migliorare le strategie aziendali di grandi realtà.
Lo UCDC è diviso in nove campi principali. Coerentemente con il nome dello strumento, la sezione centrale del foglio è dedicata all’utente come il lato sinistro del foglio, mentre in quello destro c’è il lato business.
L’ultima sezione nella parte bassa centrale del foglio è dedicata alla value proposition, ovvero al campo in grado di racchiudere e riassumere tutte le informazioni inserite all’interno delle altre sezioni del foglio.
Lo strumento può essere usato individualmente senza problemi, ma è quando più persone si mettono intorno ad un tavolo e completano il foglio insieme che l’analisi UX diventa completa ed esaustiva in quanto, come saprete bene anche voi, più teste pensano meglio di una sola.
Avendo l’opportunità di lavorare a stretto contatto con il cliente durante tutto il processo di realizzazione di un’interfaccia, lo UCDC può tornare estremamente utile per creare personas e user journey in grado di delineare con più precisione quella che sarà la value proposition finale.
Delineare una persona, archetipo ideale di utente che si andrà poi a relazionare con il prodotto realizzato, richiede una lunga ricerca che può partire, più superficialmente, con la definizione di dati anagrafici, educazione, professional background fino ad un livello più profondo analizzando tutte quelle che sono le necessità dell’utente.
Una quantità così considerevole di informazioni può risultare complessa da gestire, soprattutto se ci sono più persone a lavorare contemporaneamente sulla stessa ricerca.
Lo UCDC si dimostra estremamente utile per dipanare questa situazione caotica. Attraverso la sezione di sinistra del foglio è possibile delineare il target finale con tutti i suoi problemi, le sue paure ma anche i suoi bisogni ed esigenze.
Altro aspetto importante è la definizione di uno user journey, una mappa che si focalizza su tutti i touchpoint (fisici o digitali che siano) prima, durante e dopo l’interazione con il servizio. Delineare quello che è il percorso dell’utente, come e perché l’utente dovrebbe soddisfare i propri bisogni, porta ad una visione più completa di quello che poi si andrà a scrivere nella parte destra del foglio, nei campi “soluzioni” e “vantaggi competitivi”.
Attraverso lo UCDC quella che può risultare una prima fase di progettazione complessa da svolgere viene semplificata notevolmente attraverso piccoli chunck informativi, organizzati e distribuiti secondo una determinata logica nei vari campi della canvas.
In questo modo, ci si avvicina molto al concetto di progettazione lean, dove l’obiettivo principale è proprio quello di diminuire gli sprechi per performare un progetto, per definire touch point e criticità da affrontare di un progetto, ancora prima di iniziare a realizzare qualcosa di concreto.