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I moderni progetti di trasformazione digitale vedono il proliferare di applicazioni di front-end oppure l’esposizione di servizi offerti via API ai partner aziendali. Questi nuovi canali da una parte producono un incremento delle opportunità di business, ma dall’altra espongono i sistemi aziendali a una grande mole di chiamate da evadere. Queste richieste potrebbero arrivare in maniera più o meno mediata ai sistemi core aziendali, mettendo potenzialmente in crisi una parte dell’infrastruttura aziendale. Una risposta architetturale a questa problematica è il Digital Integration Hub.

Cos’è un Digital Integration Hub?

Digital Integration Hub (DIH) è un paradigma architetturale di fatto adottato (o almeno emergente) all’interno di organizzazioni, non necessariamente molto grandi, particolarmente concentrate nell’intraprendere iniziative di trasformazione digitale e di miglioramento della Customer Experience.

Il focus sulle caratteristiche di un DIH e la definizione degli aspetti architetturali è da attribuirsi alla società di ricerca Gartner che, nello studio “Innovation Insight: The Digital Integration Hub Turbocharges Your API Strategy di giugno 2018, ne ha stabilito le caratteristiche e le esigenze che andava a coprire. Un DIH è un’architettura applicativa avanzata che aggrega molteplici sistemi di back-end, i quali gestiscono dati creando un unico data store scalabile e ad alte prestazioni. Questo data store ad alte prestazioni è sincronizzato con le sorgenti dati applicative attraverso pattern di integrazione che combinano logiche a eventi, richieste e batch.

Lo schema architetturale proposto da Gartner.

Le organizzazioni implementano un Digital Integration Hub per attivare un accesso facile, rapido e a elevata scalabilità alle applicazioni e ai dati dei cosiddetti Systems of Record, cioè i sistemi legacy aziendali, il tutto tramite un utilizzo di API più o meno strutturate su diversi livelli.

Abilitare la trasformazione digitale con un Digital Integration Hub

L’obiettivo di un DIH è di abilitare l’implementazione di un livello di API ad alto throughput e bassa latenza realizzando un disaccoppiamento tra i dati dei sistemi legacy e i servizi di elaborazione dati delle API, consentendo di:

  • Prevenire il sovraccarico dei sistemi legacy dovuto al carico computazionale richiesto dalle API;
  • Semplificare le integrazioni applicative richieste dalla implementazione dei servizi della API;
  • Creare esperienze digitali nuove e avanzate per gli utenti attraverso i sistemi di front-end.

Il DIH può essere visto come una forma avanzata di push-caching tra il front-end/API layer e il System of Record layer. Diversamente dai classici sistemi di caching, però, DIH memorizza tutti i dati rilevanti e non solo quelli acceduti più frequentemente, svolgendo anche funzioni tipiche di sistemi di tipo datawarehouse che riorganizzano i dati per un accesso più veloce e diversamente strutturato rispetto alle normali funzioni OLTP (On Line Transaction Processing).

Il DIH non è quindi un approccio architetturale diverso da un’architettura basata su API, ma è un ulteriore elemento abilitante per i progetti di trasformazione digitale: architetture DIH e architetture basate su API possono essere viste come due pilastri che sorreggono le nuove e ambiziose iniziative di tante aziende che puntano a fornire ai propri clienti esperienze omnicanale sempre più efficaci, coinvolgenti e innovative.

Mia-Platform, la soluzione per un servizio completo e scalabile

Data l’importanza centrale di un Digital Integration Hub per una strategia di trasformazione digitale, Intesys ha recentemente avviato una partnership con Mia-Platform, società italiana che ha sviluppato una specifica piattaforma DIH denominata anch’essa Mia-Platform, in cui Gartner ha identificato uno dei primi prodotti a offrire una soluzione end-to-end di tipo DIH.

Mia-Platform è oggi la prima soluzione sul mercato che consente di gestire da un’unica console l’intero ciclo di vita DevOps e di realizzare da cima a fondo un DIH moderno, cloud native e scalabile, basato su Fast Data, microservizi, Kubernetes e API; la piattaforma è già implementata in grandi aziende italiane e internazionali del calibro di Trenord, Cattolica Assicurazioni e Helvetia.

Ecco quali sono gli elementi fondamentali che caratterizzano la soluzione Mia-Platform:

  1. Uno strato di API che disaccoppia in modo forte i touchpoint dai sistemi di back-end e rende semplice l’accesso alle informazioni per applicazioni e canali;
  2. Un ecosistema di microservizi, orchestrati da Kubernetes, per aggregare i dati secondo le logiche di business e per costruire le viste uniche (ad esempio di utenti o prodotti) necessarie agli applicativi;
  3. Una console che permette di governare tutta la catena DevOps, dai repository delle sorgenti alle pipeline CI/CD alle procedure di Deploy, automatizzate su tutti gli ambienti;
  4. Una console di amministrazione e controllo per una governance unica e ben definita di tutta la piattaforma, nella quale troviamo integrati strumenti di log management/dashboard e monitoraggio di metriche;
  5. Fast Data per l’implementazione di Mia-Platform del Digital Integration Hub, utilizzando microservizi, database NoSQL per i dati e Kafka per l’event stream processing;
  6. Un layer di integrazione a eventi che, sfruttando le tecnologie Fast Data, consente di raccogliere le informazioni da una molteplicità di fonti di dati differenti e metterle a disposizione delle API in modo veloce.

In Mia-Platform apprezziamo l’approccio di prodotto molto aperto, in particolare nella sua scelta di utilizzare una serie di prodotti e progetti open source, come Kubernetes, Apache Kafka, MongoDB, ELK, Prometheus, GitLab e Nexus. Questo ci consente di continuare a offrire ai nostri clienti prodotti open, che riducono al minimo il vendor lock-in e che li rendono più autonomi e indipendenti nella gestione evolutiva dei propri sistemi informativi.

Attraverso questa partnership strategica, Intesys intende arricchire gli scenari architetturali con i quali sarà in grado di accompagnare i propri clienti nei progetti di trasformazione digitale intrapresi per garantire completezza dei servizi, garanzia di alte prestazioni, scalabilità e flessibilità.

Vuoi sapere di più su questo tema? Lo abbiamo approfondito nell’evento “Headless & API date 2020: attuare e governare la trasformazione digitale con le architetture IT”

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Paolo Quaglia
API strategist e IT expert

Oltre 20 anni di esperienza in Intesys nell’IT, applicata ai servizi e alle architetture per le aziende, consentono a Paolo di accompagnare CIO e IT manager in complessi progetti di Digital Transformation.

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