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In un contesto complesso in cui le organizzazioni dipendono sempre di più da architetture IT distribuite, la tendenza allo sviluppo di sistemi di monitoraggio e di osservabilità diventa inevitabile per misurare le prestazioni dell’infrastruttura e degli applicativi al fine di rilevare le criticità prima che inizino a impattare negativamente sull’esperienza utente.
Un sistema di monitoraggio fornisce consapevolezza della situazione, mentre l’osservabilità aiuta a individuare cosa sta succedendo e come agire. Capiamo in cosa differiscono questi due approcci e perché i CIO e i responsabili IT dovrebbero favorire la loro combinazione in azienda.

Monitoraggio e osservabilità ai tempi delle architetture distribuite

Quando qualcosa non funziona lungo la filiera di progettazione di un applicativo, bisogna identificare in modo rapido ed efficiente la causa del problema per intervenire proattivamente e ridurre gli impatti negativi in termini di operatività e di livello di servizio atteso. Nel contesto attuale, infatti, le aziende non possono più permettersi downtime o rallentamenti nella fornitura di servizi digitali: il consumatore è sempre più esigente e abituato a standard di servizio rapidi e always-on (24/7). Per cui un’esperienza negativa, dovuta a disservizi o a malfunzionamenti, potrebbe compromettere il percepito da parte degli utenti che sarebbero più predisposti a cambiare fornitore.

Ed è qui che nasce una delle sfide più sentite dai CIO e dai responsabili IT di oggi: ottenere il controllo dei moderni ambienti IT.

I sistemi di monitoraggio e di osservabilità aiutano a superare questa sfida con un duplice approccio:

  • Il monitoraggio è il processo di raccolta, analisi e utilizzo delle informazioni per tenere traccia dei progressi verso il raggiungimento di un obiettivo, in modalità isolata rispetto ad un contesto più ampio;
  • L’osservabilità è la capacità di comprendere lo stato di un sistema analizzando i dati che genera, come log, metriche e tracing, al fine di rilevare e risolvere le cause alla base di un problema (debug).

Sostanzialmente, il monitoraggio acquisisce e visualizza i dati, indicando se sussiste un problema, mentre l’osservabilità individua lo stato di salute del sistema, rilasciando dati utili a comprendere le cause di quel problema.

Se ai tempi delle architetture monolitiche i team IT potevano fare affidamento solo su strumenti di monitoraggio per ottenere la visibilità sulle app e intervenire in caso di incidenti, con il passaggio ad architetture distribuite e cloud-native i sistemi sono diventati più complessi e stratificati, rendendo gli strumenti di monitoraggio non più sufficienti.
Il monitoraggio, infatti, può bastare nei casi in cui sono chiare le cause di un problema, ma in un’architettura complessa spesso non è possibile prevederle, per cui è diventato strategico avere una visibilità più approfondita.

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Come implementare il monitoraggio e l’osservabilità?

Quando si vuole governare un’architettura applicativa complessa basata su cloud, container, API, microservizi ed eventi, il monitoraggio e l’osservabilità sono due approcci che vanno opportunamente combinati per garantire continuità delle prestazioni e il mantenimento del livello di servizio atteso dagli utenti, attraverso:

  • Indicatori che informano in anticipo sulle interruzioni o sul deterioramento del livello di servizio;
  • La rilevazione di interruzioni, bug e attività non autorizzate;
  • Il supporto nel debug;
  • L’identificazione di tendenze a lungo termine nell’utilizzo di un software per la pianificazione delle risorse al fine di rispondere agli obiettivi aziendali;
  • Visibilità sugli effetti collaterali dovuti a imprevisti e disservizi.

Per dare evidenza a questi dati è necessario semplificare i processi di monitoraggio tramite opportuni strumenti che consentano di ottenere informazioni significative sulle prestazioni del sistema. Attenzione però: non esiste una soluzione plug-and-play che si può accendere al bisogno, ma è necessario comprendere prima gli elementi che si vogliono misurare, andando ad agire direttamente sul codice affinché ne tenga traccia. Ciò implica il passaggio progressivo dall’approccio di monitoring, che focalizza l’attenzione solo su singoli incidenti, all’observability, che fornisce visibilità su questioni più ampie, come la misurazione dell’esperienza utente, il livello di prestazione rispetto agli SLO (Service-Level Objective) e altri parametri chiave per l’azienda.

Inoltre, non basta solo installare uno strumento, ma è necessario sviluppare anche una cultura aziendale diffusa in cui i processi decisionali vengono basati sui dati: solo così sarà possibile sfruttare la potenza di una piattaforma di observability e monitoring per creare valore per l’azienda.

Il valore di un sistema IT osservabile

Rendere i propri ambienti IT osservabili e monitorabili è un processo che richiede investimenti e miglioramenti continui: affidarsi a esperti in materia è spesso la strada giusta per introdurre l’approccio in azienda. Ciò che emergerà da un sistema IT altamente osservabile saranno dati, informazioni e insight utili che CIO e specialisti IT potranno portare al tavolo delle riunioni aziendali, nel coordinamento dei team e nel definire le attività a sostegno delle performance dei propri applicativi.

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Tommaso Moroni
Senior Software Developer

Appassionato di sviluppo software dal 2006, Tommaso, dopo Java EE e Liferay Portal Server, si è specializzato in Intesys sugli strumenti per la governance delle architetture IT, in particolare sul monitoring delle applicazioni.

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