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Se l’AI è sulla bocca di tutti, non è solo perché l’intelligenza artificiale è, a detta di molti, la next big thing dai tempi di internet (sperando di non subire una nuova crisi finanziaria come quella causata dalla bolla dot-com), ma anche perché la sua natura trasversale e tentacolare va a influenzare tantissimi settori e ambiti. In particolare, in questo articolo analizziamo un ambito di grande interesse: la UX/UI, ossia la progettazione e la realizzazione di interfacce digitali. Capiamo, quindi, come l’AI può migliorare la user experience e influire sul design e sul processo di realizzazione e progettazione di un prodotto digitale.

Il contributo dell’AI nel progettare e migliorare la User Experience

L’intelligenza artificiale consente a computer e macchine di simulare l’intelligenza umana e risolvere problemi. Semplificando, l’AI include algoritmi che analizzano dati, riconoscono modelli e prendono decisioni. L’apprendimento automatico (Machine Learning) è una branca dell’IA, che addestra modelli sui dati per eseguire compiti senza programmazione esplicita. Secondo un rapporto della Stanford University, il Machine Learning ha guidato recenti progressi nell’IA, migliorando il riconoscimento di immagini e parlato, l’elaborazione del linguaggio naturale e la navigazione autonoma.

Nella progettazione della User Experience e User Interface, sono particolarmente utili diversi tipi di IA:

Machine Learning

Analizza i dati e il comportamento degli utenti, personalizzando le esperienze e adattando le interfacce alle preferenze individuali.

Elaborazione del linguaggio naturale (NLP)

Migliora le interazioni degli utenti con chatbot intelligenti e assistenti vocali. Secondo Grand View Research, il mercato globale dei chatbot raggiungerà i 27.297,2 milioni di USD entro il 2030, con un CAGR del 23,3% dal 2023 al 2030.

Computer Vision

Essenziale per applicazioni come la realtà aumentata (AR) e per migliorare le interazioni degli utenti. Un rapporto di Markets and Markets prevede una crescita del mercato AR, evidenziando il ruolo crescente dell'IA in esperienze utente immersive e interattive.

User Experience Design, gli ambiti di impatto dell’AI

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Personalizzazione dell'esperienza utente

Personalizzare e miglioare la User Experience, adattando le funzionalità e i contenuti agli interessi, alle esigenze e ai problemi specifici dei singoli utenti, può aiutare le aziende a conseguire i propri obiettivi di business.

I modelli di intelligenza artificiale possono analizzare e interpretare grandi quantità di dati degli utenti, fornendo agli UX designer informazioni incredibilmente preziose sul comportamento e sulle preferenze degli utenti. È quindi possibile progettare interfacce adattive, che vengono personalizzate per migliorare l’esperienza di navigazione, ricerca o, nel caso di e-commerce, di acquisto, aumentando di conseguenza i tassi di conversione.

Vediamo alcuni esempi: aziende come Amazon usano l’IA per organizzare e presentare i prodotti in base alla cronologia di navigazione e acquisto dell’utente, migliorando l’esperienza d’acquisto e aumentando i tassi di conversione fino al 30%. Le interfacce adattive basate sull’IA modificano la navigazione in base alla familiarità dell’utente con il programma: il software di Adobe utilizza l’IA per consigliare strumenti e opzioni di menu in base alle attività precedenti dell’utente, semplificando i flussi di lavoro per nuovi ed esperti e aumentando la soddisfazione e la produttività.

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Chatbot, Assistenti Virtuali e le conversational UI

Le conversational UI sono interfacce che collegano un utente e un prodotto digitale tramite testo o voce: sono estremamente importanti nell’ambito del supporto clienti, dove, in caso di necessità, una risposta tempestiva è sempre molto apprezzata dall’utente finale.

Chatbot e assistenti virtuali non sono di certo una novità, ma, grazie all’AI, la tecnologia è radicalmente cambiata, passando da un set di regole e risposte predefinite a una reale comprensione della richiesta e conseguente elaborazione, il tutto condito da un continuo auto-apprendimento e da un linguaggio naturale che darà l’impressione all’utente di chattare con una persona reale.

Duolingo-max-GPT-4-AI-Roleplay

Duolingo Max utilizza GPT-4 per migliorare l’apprendimento delle lingue e, attraverso nuove esperienze digitali come Roleplay, ti permette di allenarti facendoti immedesimare in diversi scenari simulati, come, ad esempio, ordinare un caffè a Parigi o fare shopping con un tuo amico spagnolo, chattando quindi con AI dedite al gioco di ruolo invece che con persone reali.

Un chatbot AI può, quindi:

  • assorbire un enorme quantità di dati e imparare continuamente;
  • comprendere e rispondere in diverse lingue;
  • comprendere i modelli comportamentali degli utenti;
  • prendere decisioni.

Nonostante sembri tutto magico, è essenziale il contributo che mantiene il design: il tone of voice, l’utilizzo misto di testo e interazioni visive, come bottoni o icone, la rappresentazione visiva delle “emozioni” sono tutti elementi fondamentali per migliorare la User Experience nell’utilizzo di un chatbot AI.

Insomma, un bot ben progettato ti aiuterà a:

  • Rafforzare la Brand Awareness
  • Aiutare a gestire più attività
  • Ridurre i costi di servizio

GPT-4-stripe-sistema-doicumentazione-AI

GPT-4 è alla base del nuovo sistema di documentazione di Stripe

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Migliorare accessibilità e inclusività

L’intelligenza artificiale nella progettazione UX/UI può migliorare notevolmente l’accessibilità consentendo agli utenti con disabilità un esperienza più facile, reattiva ed inclusiva.

Ciò è possibile, per esempio, aggiungendo strumenti di riconoscimento vocale per aiutare gli utenti ipovedenti oppure semplicemente aggiungendo testi alternativi alle immagini in modo automatico.

Inoltre, è possibile, grazie ai dati raccolti e analizzati, utilizzare l’AI per individuare e risolvere problemi di usabilità, promovendo cosi una maggiore inclusività oltre che a una migliore User Experience.

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Accelerare le fasi di design

Con la sua capacità di facilitare iterazioni rapide ed efficienti basate sul feedback degli utenti e sui dati di interazione, l’apprendimento automatico è fondamentale nel processo di progettazione iterativo.

Un uso importante dell’apprendimento automatico è negli A/B test, tecnica che consente di confrontare due versioni di un design per determinare quale funziona meglio. L’apprendimento automatico prevede quale variazione di design otterrà i risultati migliori basandosi sui dati raccolti da un piccolo campione di utenti. Questo approccio non solo ottimizza il processo decisionale, ma accelera anche il ciclo di miglioramento continuo, rendendo l’intero processo più efficiente.

Inoltre, l’apprendimento automatico può identificare pattern nascosti nei dati di interazione, fornendo ai progettisti intuizioni più profonde su come gli utenti utilizzano un prodotto. Ad esempio, può rilevare aree in cui gli utenti incontrano difficoltà o momenti in cui abbandonano un’applicazione.

Con l’AI, inoltre, è possibile ottenere interviste e sondaggi tramite chatbot o servizi automatizzati, raccogliendo dati qualitativi e quantitativi ed eliminando i pregiudizi umani.

Anche la fase di prototipazione può essere influenzata dall’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, grazie a strumenti per la creazione e la modifica di prototipi tramite prompt. In pochi secondi si possono avere prototipi che, oltre a utilizzare componenti di design consigliati dall’AI per avere una maggiore probabilità di ottenere una User Experience soddisfacente, è possibile utilizzare per ispirazione e condivisione di idee, sia con il team di lavoro sia, perché no, con il cliente o l’utente finale.

Prototipi-generati-AI-v0

Con v0 è possibile generare in pochi secondi prototipi grezzi e successive interazioni, utile per ispirazione e brainstorming

Il problema del prompt engineering e le sfide della UX

“Esprimere idee in prosa scritta è difficile. Molto probabilmente, metà della popolazione non ci riesce. Questo è un problema di usabilità per le attuali interfacce utente AI basate su prompt”.

— Jacob Nielsen

Uno dei problemi che il design deve risolvere riguarda proprio la sua interfaccia più famosa, che consiste nel semplice input per l’inserimento del prompt, ovvero il testo descrittivo che forniamo alle AI per eseguire il compito desiderato.

Infatti, nonostante la grande tecnologia permetta di far funzionare queste intelligenze artificiali, l’interfaccia utente è rimasta ancora in una versione primitiva e grezza.

Un recente studio rivela che circa la metà della popolazione di alcuni tra i più ricchi paesi del mondo trova difficoltoso esprimere concetti complessi attraverso la scrittura. Questo porta a delle sfide di usabilità nell’utilizzo dei più famosi modelli di AI come Chat GPT, che dovranno essere affrontante a livello di UX e UI attraverso possibili soluzioni come la progettazione di interfacce ibride, utilizzando un mix di prompt e interfaccia grafica, l’utilizzo di componenti predefiniti da consigliare per un prompt semi-automatico, passaggi più morbidi e fluidi da scrittura del testo e generazione grafica.

Firefly di Adobe ad esempio utilizza elementi interattivi come checkbox, selettori dinamici e filtri con immagini per aiutare l’utente ad avvicinarsi il più possibile all’immagine desiderata

Il futuro della UI: interfacce completamente dinamiche e adattive

Sebbene la domanda più ovvia che può venire in mente è “Qual è l’interfaccia giusta da utilizzare con una AI?” la domanda che invece dovremmo porci è probabilmente “Quali dati dovremmo fornire all’AI affinché risultino più utili nel decidere quali interfacce usare?

La sfida, quindi, è spostare l’attenzione dal come rappresentare un interfaccia utente a come istruire l’intelligenza artificiale per utilizzare al meglio il banco di lavoro grafico composto da componenti UI, Design System e Brand Identity, animazioni e microinterazioni etc, per rispondere all’esigenza primaria, ovvero miglioare le User Experience per quell’utente, in quella specifica situazione.

Chiunque abbia lavorato su CRM complessi, come Salesforce, o software di gestione come Asana o Jira, è a conoscenza delle infinite tabs, campi, sezioni e sottosezioni che affollano sempre di più lo schermo. Questo perché la maggior parte dei software aziendali è un riflesso dello schema del database sottostante e perché ogni lettura e scrittura richiede la propria risorsa di schermo.

Con le UI adattive, le interfacce potrebbero diventare composizioni in real time di componenti del Design System in risposta a una semplice richiesta tramite prompt (o mix di prompt e grafica come dicevamo prima): nell’esempio di un CRM, digitare “Inserisci un’opportunità per un nuovo lead per la categoria X” e ottenere una form perfettamente coerente e consapevole del contesto di business, renderebbe la User Experience più veloce e streamlined, invece di dover navigare tra mille voci di menu e dover affrontare form piene di campi inutili per quello specifico bisogno.

L’impatto di una tale UI sarebbe incredibilmente profondo sia per gli utenti esperti, che si risparmierebbero decine di schermate e di click, ma anche per i nuovi utenti, che azzererebbero, o quasi, i tempi di onboarding e di apprendimento del software.

“L’intelligenza artificiale è la chiave per il futuro della UX.”

— Jacob Nielsen

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Alessandro Stefani
UI & motion designer

UI & motion designer e responsabile media di Intesys, Alessandro progetta interfacce digitali con un occhio all’interaction e all’utilizzo del medium video come supporto per i progetti più complessi.

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