Se l’AI è sulla bocca di tutti, non è solo perché l’intelligenza artificiale è, a detta di molti, la next big thing dai tempi di internet (sperando di non subire una nuova crisi finanziaria come quella causata dalla bolla dot-com), ma anche perché la sua natura trasversale e tentacolare va a influenzare tantissimi settori e ambiti. In particolare, in questo articolo analizziamo un ambito di grande interesse: la UX/UI, ossia la progettazione e la realizzazione di interfacce digitali. Capiamo, quindi, come l’AI può migliorare la user experience e influire sul design e sul processo di realizzazione e progettazione di un prodotto digitale.
Il contributo dell’AI nel progettare e migliorare la User Experience
L’intelligenza artificiale consente a computer e macchine di simulare l’intelligenza umana e risolvere problemi. Semplificando, l’AI include algoritmi che analizzano dati, riconoscono modelli e prendono decisioni. L’apprendimento automatico (Machine Learning) è una branca dell’IA, che addestra modelli sui dati per eseguire compiti senza programmazione esplicita. Secondo un rapporto della Stanford University, il Machine Learning ha guidato recenti progressi nell’IA, migliorando il riconoscimento di immagini e parlato, l’elaborazione del linguaggio naturale e la navigazione autonoma.
Nella progettazione della User Experience e User Interface, sono particolarmente utili diversi tipi di IA:
User Experience Design, gli ambiti di impatto dell’AI
Il problema del prompt engineering e le sfide della UX
“Esprimere idee in prosa scritta è difficile. Molto probabilmente, metà della popolazione non ci riesce. Questo è un problema di usabilità per le attuali interfacce utente AI basate su prompt”.
— Jacob Nielsen
Uno dei problemi che il design deve risolvere riguarda proprio la sua interfaccia più famosa, che consiste nel semplice input per l’inserimento del prompt, ovvero il testo descrittivo che forniamo alle AI per eseguire il compito desiderato.
Infatti, nonostante la grande tecnologia permetta di far funzionare queste intelligenze artificiali, l’interfaccia utente è rimasta ancora in una versione primitiva e grezza.
Un recente studio rivela che circa la metà della popolazione di alcuni tra i più ricchi paesi del mondo trova difficoltoso esprimere concetti complessi attraverso la scrittura. Questo porta a delle sfide di usabilità nell’utilizzo dei più famosi modelli di AI come Chat GPT, che dovranno essere affrontante a livello di UX e UI attraverso possibili soluzioni come la progettazione di interfacce ibride, utilizzando un mix di prompt e interfaccia grafica, l’utilizzo di componenti predefiniti da consigliare per un prompt semi-automatico, passaggi più morbidi e fluidi da scrittura del testo e generazione grafica.
Firefly di Adobe ad esempio utilizza elementi interattivi come checkbox, selettori dinamici e filtri con immagini per aiutare l’utente ad avvicinarsi il più possibile all’immagine desiderata
Il futuro della UI: interfacce completamente dinamiche e adattive
Sebbene la domanda più ovvia che può venire in mente è “Qual è l’interfaccia giusta da utilizzare con una AI?” la domanda che invece dovremmo porci è probabilmente “Quali dati dovremmo fornire all’AI affinché risultino più utili nel decidere quali interfacce usare?”
La sfida, quindi, è spostare l’attenzione dal come rappresentare un interfaccia utente a come istruire l’intelligenza artificiale per utilizzare al meglio il banco di lavoro grafico composto da componenti UI, Design System e Brand Identity, animazioni e microinterazioni etc, per rispondere all’esigenza primaria, ovvero miglioare le User Experience per quell’utente, in quella specifica situazione.
Chiunque abbia lavorato su CRM complessi, come Salesforce, o software di gestione come Asana o Jira, è a conoscenza delle infinite tabs, campi, sezioni e sottosezioni che affollano sempre di più lo schermo. Questo perché la maggior parte dei software aziendali è un riflesso dello schema del database sottostante e perché ogni lettura e scrittura richiede la propria risorsa di schermo.
Con le UI adattive, le interfacce potrebbero diventare composizioni in real time di componenti del Design System in risposta a una semplice richiesta tramite prompt (o mix di prompt e grafica come dicevamo prima): nell’esempio di un CRM, digitare “Inserisci un’opportunità per un nuovo lead per la categoria X” e ottenere una form perfettamente coerente e consapevole del contesto di business, renderebbe la User Experience più veloce e streamlined, invece di dover navigare tra mille voci di menu e dover affrontare form piene di campi inutili per quello specifico bisogno.
L’impatto di una tale UI sarebbe incredibilmente profondo sia per gli utenti esperti, che si risparmierebbero decine di schermate e di click, ma anche per i nuovi utenti, che azzererebbero, o quasi, i tempi di onboarding e di apprendimento del software.
“L’intelligenza artificiale è la chiave per il futuro della UX.”
— Jacob Nielsen