Uno dei termini più ricorrenti con la Digital Transformation è cambiamento.
In effetti è un cambiamento multidimensionale di:
- Business
- Metodologie dei modelli organizzativi
- Cultura aziendale e processi decisionali
- Soluzioni tecnologiche
Secondo una ricerca di CA Technologies, a valle dei progetti digitali intrapresi, il 79% dei manager italiani ha infatti riscontrato (o prevede di riscontrare) una maggiore fidelizzazione dei clienti, il 75% ha ottenuto o prevede una crescita del fatturato e sempre il 75% ha registrato o ritiene possibile un incremento del numero di clienti.
Ciononostante, il percorso verso il cambiamento digitale trova difficile attuazione in alcune aziende. Perché risulta cosi difficile decidere di cambiare di fronte a evidenze così positive? Perché l’avvio di un percorso di cambiamento trova tanta difficoltà a fronte di evidenze così positive? E perché le aree manageriali e C-levelm pur cercando nuove soluzioni, spesso non riescono ad intraprendere percorsi di rinnovamento?
Il perché è semplice: il cambiamento si basa, prima che su processi, sulle persone. Sono i manager, è il board, sono le aree organizzative e operative, ma anche il mercato, con le abitudini delle sue buyer personas.
E quindi ecco da dove partire per innescare il volano del cambiamento digitale. Ma come ben sappiamo la natura umana ha bisogno di conoscere e toccare con mano ciò che non conosce: nuovi processi, nuove metriche e tecnologie innovative. Come darne dunque concretezza?
Per innescare il cambiamento digitale bisogna tornare all’analogico, alle persone e al tangibile: carta, disegni, workshop, metafore di cambiamento e innovazione, prodotti e clienti che si trasformano in canvas.
Cosi è possibile oggi condividere fra gli stakeholder il valore di una soluzione tecnologica, come quella recentemente offerta dalla nuova piattaforma Liferay DXP, dare il giusto valore al lavoro verso la customer e user experience oppure esplorare l’importanza del giusto approccio nel corso di un ambizioso progetto ecommerce.
Non c’è nulla di insolito in tutto ciò: questo metodo è tracciato nella storia dell’innovazione, che per dar vita a grandi cambiamenti ha prima operato concretamente per dare evidenza a pensieri e punti di vista.
Contraddittorio? No. Uno dei canvas più rappresentativi della storia fu disegnato nel 1911: si chiamava “la città che sale” e con esso Umberto Boccioni rappresentò un cambiamento sociale, cultura e tecnico di grande rarità.
Ed è proprio con questo approccio che Intesys si presenta ai Digital 360 Awards, il premio delle iniziative Digital in Italia, dove figurerà nella short list. Cambiare il presente con uno sforzo concreto è una sfida impegnativa, ma siamo pronti a partire verso il futuro.