Da una ricerca mondiale svolta da Linkedin emerge che il sesso femminile ricopre il 25% delle posizioni dirigenziali. In testa USA e Canada. Ecco la fotografia del nostro Paese.
Se Stati Uniti e Canada mantengono il primato come presenza di donne manager nel settore IT, in Italia si parla di 1 su 4. E più si sale la catena di comando, negli ultimi 8 anni, e più i risultati diventano modesti.
Nella classifica generale l’Italia conta il 27,5% di manager donne nelle aziende con una crescita che si attesta intorno al 6%, prima solo della Spagna in Europa. Se poi si scende nel dettaglio delle differenze tra busta paga tra i 2 generi, emerge come le donne guadagnino all’ora, in media, il 33,5% in meno rispetto ai colleghi maschi.
Nell’ambito dell’Information Technology una ricerca condotta da NetConsulting cube evidenzia come solo nel 70% dei casi la retribuzione delle donne sia in linea con quella degli uomini e, nel 16,7%, la cifra sia addirittura inferiore del 10% per le donne a livello quadro.
Ma ci sono anche dati positivi: l’ambito in cui la presenza femminile nel management si è fatta più ampia dal 2008 ad oggi è proprio quello tecnologico, dove le donne assunte in ruoli di leadership sono passate dal 16% al 18,9%. Le professioni IT & Digital più richieste dal mercato, e dove il gentil sesso in futuro troverà maggiori possibilità, sono quelle legate alla digital transformation e all’innovazione. Si tratta di figure come responsabili della protezione dei dati, digital information officer, esperti di cybersecurity, sviluppatori di app, analisti di dati e specialisti dell’Internet of Things. Attualmente però, nel Bel Paese, sono ruoli ancora nelle mani degli uomini.
Nonostante il gender gap, molti HR manager ritengono che le donne siano più predisposte a ricoprire questi ruoli grazie a soft skill come il problem solving, la capacità di essere multitasking, l’apertura al cambiamento, l’inclinazione al teamworking, una spiccata creatività e un forte orientamento al cliente e al customer service. Resta comunque il fatto che molti HR riscontrano una scarsa disponibilità di risorse laureate in discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche. Ma questo sembra essere un trend in evoluzione. L’altra causa riscontrata nei sondaggi è la resistenza culturale interna alle organizzazioni.
Il futuro digitale parlerà al femminile? Estremizzando, per il momento, in Italia, sembra che il talento sia riservato alle donne, lo stipendio agli uomini. Qualcuno lo definisce “Digital gender gap“. Voi cosa ne pensate?