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Alcuni clienti si rivolgono a noi, chiedendoci di realizzare una campagna di Keyword Advertising su AdWords, o una ottimizzazione SEO, oppure una campagna Social su Facebook, o altro ancora… comunque un tanto al chilo.

àˆ come andare dal medico con la diagnosi già  pronta, con la pretesa di non venire visitati.

Se il medico fa questo mestiere da secoli, è perché ci fornisce un “valore aggiunto“: conosce la scienza medica, cui unisce la propria esperienza. Solo visitando il paziente – e magari richiedendo ulteriori accertamenti – può effettuare una diagnosi, e di conseguenza prescrivere una cura.

Se il medico non fornisse valore aggiunto, semplicemente la sua professione non esisterebbe.

Noi “marketers” abbiamo un problema molto simile: far emergere il nostro valore aggiunto. Fare in modo che il nostro cliente lo capisca, lo apprezzi, ne comprenda l’importanza.

Dove possiamo portare valore aggiunto? Cosa porta di unico un web marketing strategist?

Per dare una risposta a questi interrogativi, abbiamo fatto nostro il concetto di KPI (key performance indicator): attraverso una serie di numeri, facciamo emergere la differenza tra la situazione prima del nostro intervento, e dopo di esso. I numeri in questione sono ovviamente dati statistici, che nella mente dei nostri clienti si traducono in business: cioè fatturato.

I numeri sono ovviamente solo la punta dell’iceberg: sotto ci stanno una serie di attività  ben complesse, senza le quali non potremmo mai raggiungere i risultati visibili. Con i numeri cerchiamo di tradurre in concreto tutta l’operatività  sottostante che, altrimenti, risulterebbe intangibile (e quindi percepita e valorizzata con difficoltà  dai nostri clienti).

Noi crediamo sia fondamentale fare emergere il valore delle attività  complesse che stanno alla base dei nostri risultati, e che possiamo – generalizzando e semplificando – catalogare sotto una serie di etichette:

  • Analisi

  • Strategia

  • Esecuzione / Operatività 

  • Monitoraggio / Interventi correttivi

Nei prossimi post andremo ad analizzare ciascuna delle fasi nel dettaglio.

Attraverso questo percorso giungeremo alla consapevolezza del perché, alla base di ogni intervento di marketing, siano necessari:

  • Una fase di analisi preliminare.

  • L’individuazione degli obiettivi di business.

  • L’impostazione di una strategia, per conseguire gli obiettvi prefissi.

I potenziali clienti che ci chiedono una soluzione (campagna AdWords, ottimizzazione SEO, etc…) sono come quei malati che vanno dal medico chiedendo la ricetta per una medicina, senza prima essere stati visitati.

Soltanto dopo aver ispezionato la situazione nei dettagli, il medico potrà  decidere la giusta cura per un paziente. Allo stesso modo funziona l’attività  del marketer:

  • Raccoglie non la richiesta di una determinata soluzione, ma una esigenza del proprio cliente (generazione di lead, aumento delle vendite online, aumento dei “mi piace” o dell’engagement, etc…).

  • Analizza la situazione.

  • Elabora una strategia per soddisfare l’esigenza espressa dal cliente.

  • La mette in pratica.

  • Misura costantemente i risultati, e se necessario apporta delle correzioni.

Può accadere che una attività  di marketing nata senza analisi né strategia porti dei risultati.

Ma si tratta di un approccio incompleto, che non si inserisce nell’organicità  e nella storia del brand, e che molto probabilmente non tiene conto di tutti i fattori necessari per ottenere performance ottimali.

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