Il 16 giugno si è tenuto a Verona l’AngularDay, la conferenza italiana dedicata al noto framework web di Google, organizzata dal GRuSP in collaborazione con il gruppo “Angular – developers Italiani”.
Sebbene la conferenza sia ancora giovane è stata molto stimolante, ricca di talk interessanti e di spunti utili per il futuro.
Il primo talk della giornata è stato “Un framework sul framework: generare una SPA dinamicamente in Angular”, in cui Michele Aponte ha proposto un interessante approccio alla creazione di un CMS, partendo da uno schema di dati. Tramite una configurazione anche gli sviluppatori non frontend possono modificare la struttura portante dell’applicazione, il tutto grazie alla flessibilità intrinseca di Angular.
A seguire è salito sul palco Gian Marco Toso, che nel talk “State Management with Redux” ha spiegato il pattern monodirezionale (Flux) e come utilizzare la sua implementazione più famosa (Redux), sia in javascript che all’interno di una SPA (Single Page Application) in Angular. Questo pattern rende più semplice la gestione dei dati dell’applicazione, facilitando la scalabilità della SPA senza complicarne l’architettura.
Uno dei talk più istruttivi della giornata è stato senza dubbio quello di Maksim Sinik, “Reactive programming in Angular con RxJS”: un’introduzione molto approfondita a RxJs, una libreria molto interessante per fare reactive functional programming, e quindi gestire e manipolare flussi di dati, come ad esempio eventi, proponendo nuove soluzioni logiche da applicare nel codice.
Durante la pausa pranzo c’è stato un mini-talk di Danilo del Fio, che ha parlato di Angular Router, il modulo di gestione delle rotte di Angular. Ha parlato dei diversi modi in cui si può utilizzare e della possibilità di aggiungervi delle animazioni tramite @angular/animate.
Il primo talk del pomeriggio è stato “Reactive Forms Overview” di Michele Stieven, che ha spiegato il nuovo approccio ai form di Angular: i Reactive Forms. Questi ultimi sono molto interessanti, specialmente per la possibilità di creare e organizzare gli elementi programmaticamente, raggruppandoli e tenendo le logiche al di fuori del template, il tutto sfruttando la potenzialità di RxJs per la gestione dei flussi di dati.
Dopo Michele è stato il momento di Mich (Michel Murabito), che ha presentato Firebase nel talk “Superheroes apps con Angular e Firebase”. Questo sistema, acquisito e mantenuto da Google, fornisce agli sviluppatori un database noSQL reattivo, diversi sistemi di autenticazione e functions, per creare applicazioni anche complesse con poco effort. Attraverso la libreria AngularFire è possibile collegare Angular con Firebase.
A seguire Alessandro Avolio ha spiegato come “Usare Angular su un progetto da 3.5 milioni di euro”. Un talk molto importante per il suo forte carattere architetturale e di organizzazione. Quando si lavora in 40 ad un progetto con più di 1000 componenti non è semplice scrivere codice riutilizzabile, mantenerlo e avere una codebase consistente. Alessandro ci ha raccontato come è stato organizzato il team e quali sono stati i principali ostacoli.
Testare le applicazioni è molto importante, e ne ha parlato Alessandro Giorgetti nel suo talk “Angular Testing: ma devo proprio farlo?!”: un excursus molto veloce su come scrivere unit test per le SPA Angular, processo utile per scovare degli errori nascosti prima che si trasformino in bug e rendere il codice mantenibile nel tempo.
Ultimo ma non meno importante è stato il talk “Automatic UI library documentation with Typescript AST” di Jiayi Hu, che ha parlato di come si possa automatizzare la documentazione dei componenti utilizzando l’Abstract Syntax Tree di Typescript.
Partecipando a questo evento, abbiamo acquisito nuove conoscenze riguardo il framework in questione, conoscenze più globali applicabili ad altri framework e librerie web (React, Vue.js, RxJs), ma soprattutto abbiamo avuto la conferma che stiamo andando nella giusta direzione.