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I sistemi legacy aziendali sono generalmente caratterizzati da un’architettura monolitica, difficile e costosa da far evolvere rispetto alla velocità di cambiamento del mercato e degli obiettivi di business. Superare i limiti di un’architettura a silos è la chiave per ottenere agilità e scalabilità dei propri sistemi IT, a favore di una strategia di crescita competitiva a lungo termine.

Quando la competitività sul mercato dipende dall’IT

Per competere nel lungo termine sul mercato, una delle più grandi sfide delle aziende dei contesti enterprise è evolvere i propri sistemi IT più obsoleti per rispondere in modo rapido alle esigenze di business. Viviamo infatti in uno scenario in cui la Customer Journey è omnicanale, gli utenti trascorrono sempre più tempo online e la pervasività del digitale impatta sulle aziende in termini di:

  • processi;
  • organizzazione del lavoro;
  • modalità e output di produzione;
  • relazione con il cliente.

Il digitale consente di evolvere la propria offerta sul mercato al fine di costruire una relazione più intensa e duratura con il consumatore, passando dall’idea di mero prodotto alla prospettiva più completa di servizio. Mettere a disposizione dei propri clienti servizi digitali avanzati a valore aggiunto è diventato un requisito fondamentale per mantenere la competitività sul mercato: per farlo è necessario costruire un ecosistema di servizi flessibile e aperto, frutto dell’interazione tra le attività di un’azienda e il contributo (anche) di terze parti.

Il contesto è veloce, interconnesso e distribuito, ma purtroppo è sempre più frequente per le aziende trovare delle resistenze al cambiamento a causa di sistemi legacy ereditati dal passato, frutto di esigenze diverse, ma che sono cruciali per il business.

Sistema monolitico vs obiettivi di business

Per capire come favorire la trasformazione digitale migliorando le prestazioni di un’architettura IT aziendale dobbiamo prima identificare com’è composta. Generalmente, un sistema informatico aziendale è costituito da due macro-elementi che sono opposti per caratteristiche e funzionalità:

  1. I sistemi legacy o architetture core applicative, su cui le aziende sono più restie ad apportare cambiamenti;
  2. I canali digitali di interazione tra azienda e mercato, che per loro natura sono in continua evoluzione.

I sistemi legacy sono molte volte caratterizzati da un’architettura di tipo monolitico – spesso lo specchio di un’organizzazione aziendale a silos – e sono installati su hardware on-premise a cui sono strettamente legati. Ma cosa significa che un’architettura è “monolitica”?

Un monolite è uno stack applicativo singolo che raccoglie al proprio interno tutte le funzionalità dell’applicazione: database, interfaccia utente, logica di business e altri componenti software sono strettamente integrati e interconnessi tra di loro in un unico blocco di codice.

Nelle architetture monolitiche riscontriamo un elevato grado di accoppiamento tra i servizi a livello di interazione, sviluppo e distribuzione con gravi implicazioni alla capacità di rispondere ai sempre più dinamici obiettivi di business.

Ma quali sono le conseguenze di questo modello?

I limiti di un sistema monolitico

Nel contesto attuale, un’infrastruttura IT monolitica fatica a rispondere alle esigenze e agli input del mercato, diventando sempre più difficile e costosa da aggiornare e da mantenere. I componenti di un’architettura a silos o monolitica sono integrati in un blocco compatto di codice, per cui la modifica anche di un solo componente può incidere sull’intera infrastruttura di base.

Questo comporta alcuni evidenti problemi:

  • Bassa manutenibilità: ogni aggiornamento appesantisce la base del codice e, anche quando riguarda un singolo componente, occorre il deploy dell’intera applicazione;
  • Difficoltà a scalare in modo indipendente a causa della forte interdipendenza tra i vari componenti e dalla scarsa capacità di supportare picchi di traffico;
  • Failover: il guasto di un solo componente può mettere a rischio il funzionamento di tutto il sistema applicativo;
  • Lentezza a evolvere per le difficoltà ad adottare le moderne metodologie di sviluppo software (DevOps).

Liberare il dato per metterlo a disposizione del business

Un altro problema cruciale è la disponibilità dei dati a servizio dei canali digitali, fondamentale per evolvere i servizi offerti agli utenti, attivare la Data Analysis e fare Business Intelligence.

Nei sistemi monolitici risulta difficile estrarre dati utili, uniformi e sempre aggiornati: il risultato è un dato “imprigionato” all’interno del monolite, che di conseguenza non può essere messo a disposizione del business.

La strada verso l’evoluzione

È evidente come le applicazioni legacy in un sistema monolitico non sono in grado di garantire le performance, la disponibilità del dato, la scalabilità e l’affidabilità richiesta dai servizi digitali moderni.

Per preservare gli investimenti passati dei sistemi core aziendali e favorire al contempo lo sviluppo efficiente del business, la strada da percorrere è sempre più lontana dalle tradizionali strategie d’integrazione one-to-one tra sistemi legacy e canali digitali, a favore della migrazione verso Architetture Evolutive, basate su API e microservizi. Queste architetture sono in grado di evolvere nel tempo by design, di operare su qualsiasi infrastruttura, di essere scritte con tecnologie e linguaggi differenti a seconda dei contesti d’uso e  possono scalare in ragione del business: sono quindi già pronte per modificarsi in poco tempo, senza un aumento spropositato di costi e in modo sicuro.

Le potenzialità insite nelle Architetture Evolutive hanno portato alla formazione della partnership tra Intesys e Mia-Platform, per portare sul mercato una soluzione end-to-end di tipo Digital Integration Hub e offrire un modello architetturale scalabile, flessibile e performante in grado di attuare e governare la trasformazione digitale delle aziende.

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Paolo Quaglia
API strategist e IT expert

Oltre 20 anni di esperienza in Intesys nell’IT, applicata ai servizi e alle architetture per le aziende, consentono a Paolo di accompagnare CIO e IT manager in complessi progetti di Digital Transformation.

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