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Scommetto che ti sei già risposto. In effetti quando chi si occupa di marketing digitale inizia un post con un titolo così, la risposta sembra scontata. Tradizionale rimanda subito a qualcosa di stantio, superato dalle nuove soluzioni e dalle tendenze, in questo caso, dal digital marketing. Ma non è così semplice.

Dal marketing tradizionale a quello digitale

Con “marketing tradizionale” si intende la comunicazione unidirezionale rivolta a una platea indifferenziata di destinatari passivi. La pubblicità è il più illustre rappresentante di questa categoria.
Utilizzata dal marketing fin dai primi atti della rivoluzione industriale, la comunicazione broadcast, autoreferenziale e persuasiva, è uno strumento ancora vivo ma oggi la sua efficacia è limitata ad alcuni circoscritti campi d’azione.

Non è corretto porre il marketing tradizionale in contrapposizione alle metodologie del digitale. Il primo, generalizzando, si propone di aumentare la visibilità di un brand verso un pubblico indistinto, il secondo è incentrato sulla capacità del brand di rispondere ai reali bisogni delle persone. I due approcci servono a diversi scopi. Certo, la comunicazione tradizionale non ha più il primato di efficienza nell’aumentare le vendite, conteso dal più performante marketing digitale che è in grado di coinvolgere l’utente in una conversazione attiva.

Il limite del marketing tradizionale non è quindi far ricorso a costose campagne per inviare messaggi a una platea il più possibile vasta, ma è quello di utilizzare questi metodi nel nuovo campo della comunicazione online. Online svolgiamo le nostre attività quotidiane e detestiamo essere inseguiti da messaggi autocelebrativi o da banner lampeggianti di prodotti che abbiamo cercato una volta o, con risultato più comico, che abbiamo già acquistato. Online possiamo invece aprire una comunicazione bidirezionale con i nostri clienti ideali nel momento più opportuno lungo il loro ciclo di acquisto.

La fine del marketing mediocre

Come destinatari di messaggi impersonali e generici, pensiamo subito a slogan ingannevoli, strategie per convincerci e soprattutto ad un sacco di contenuti indesiderati che ci interrompono e non ci sono utili. Questo per noi più che marketing tradizionale è marketing mediocre. Gli strumenti e i canali del marketing tradizionale sono ancora validi, ma non vanno utilizzati inconsapevolmente in un territorio, quello delle conversazioni online, dove funziona un altro marketing.

Un marketing etico, in cui vince la sincerità e la capacità di raccontare i nostri valori e la vera qualità dei nostri prodotti e servizi, attraverso contenuti utili diretti alle persone realmente interessate a riceverli. Un approccio incentrato sui bisogni delle persone e non sul prodotto, su quello che possiamo realmente fare per i nostri clienti e non sul modo in cui intendiamo apparire.

In un brevissimo post, straordinariamente efficace sia per contenuti, sia per l’accorgimento grafico, Bernadette Jiwa ci racconta i limiti del marketing mediocre. Ogni paragrafo è un errore che, mano a mano sottolineato dalla sempre maggior brevità delle frasi, riduce l’efficacia del marketing fino a farlo spegnere. Solo quando ci prenderemo cura dei nostri interlocutori, la nostra comunicazione tornerà a respirare come l’apertura della frase finale aiuta ad immaginare.

Vi lascio al post del blog di Bernadette Jiwa, dove ogni riga è una lezione di marketing.

Il marketing mediocre…

Inizia con le urgenze del business e non con i bisogni e il volere dei clienti.
Si focalizza su tattiche a breve termine non su obiettivi a lungo termine.
È pensato per persuadere e non per connettere, ispirare o allietare.
Invita i clienti a comprare e non crea senso di appartenenza.
Parla con tutti e così non prende impegni con nessuno.
Si misura solo in interazioni e click rate.
Ha il proposito di interrompere.
Favorisce l’indifferenza.
È dimenticato.
Muore.
Quando ci dedichiamo col cuore, creiamo storie di marketing e di brand che fanno esattamente l’opposto.

[Tradotto da “Average Marketing” Bernadette Jiwa 29/02/2016- thestoryoftelling.com]
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