Oggi vorremmo approfondire maggiormente il tema del restyling del sito web (già affrontato qui), descrivendo nel dettaglio l’approccio che utilizziamo quotidianamente.
E’ doveroso fare però prima una breve premessa, utile per inquadrare il contesto dal quale nascono queste nuove direttrici.
Le aziende di ormai tutti i settori devono rispondere alle esigenze di trasformazione dovute a forti pressioni al cambiamento.
Ogni giorno tocchiamo con mano la possibilità di avere a disposizione un’infinità di soluzioni tecnologiche adatte per qualsiasi esigenza. I numeri parlano chiaro startup tecnologiche vengono create ogni giorno – qua una lista di solo 470.000 :), e quasi 1,5 Milioni di App Mobile sono ad oggi disponibili (grafico: appfigure).
Avere una soluzione pronta è sicuramente facile ed attraente, ma spesso ci accorgiamo che questa soluzione difficilmente si adatta in maniera coerente ai processi aziendali in corso, con il risultato che difficilmente sarà la migliore per le mie necessità .
Oggi, quindi, trovare la soluzione non sembra più un problema e forse dobbiamo spostarci
dalla ricerca della soluzione opportuna,
alla definizione del bisogno sottostante.
In modo da individuare le domande e i bisogni essenziali e farli diventare patrimonio condiviso di tutta l’azienda.
E qui viene la parte divertente di affrontare dei problemi complessi.
In questo scenario, l’approccio da utilizzare è di impegnare buona parte degli sforzi per trovare una definizione del problema condivisa da tutti gli stakeholder, piuttosto che sforzarci di trovare una soluzione ad un problema sbagliato – sarebbe una doppia inefficienza.
Diventa fondamentale, quindi, realizzare una fase progettuale di Analisi Iniziale, dedicata ad ascoltare gli stakeholder, per comprenderne i bisogni latenti e sintetizzarne i significati, approfondendo tematiche quali:
- Analisi del dominio del mercato di riferimento, per individuare le leve e le metriche più significative di valutazione del business.
- Comprensione delle attuali dinamiche di relazione “analogiche” tra l’azienda e le persone (i propri clienti, lead o potenziali interessati), per mappare i touchpoint attuali e ipotizzarne una conversione in “digitale”
- Valutazione delle attuali dinamiche di relazione “digitali”, analizzando i dati analitici di tracciamento per individuare “pain-point” ed valutare le opportune correzioni.
La fase di analisi richiede che sia l’agenzia che il cliente siano disponibili a seguire un principio fondamentale:
dedicare il giusto tempo e attenzione alla ricerca,
senza voler arrivare subito alla conclusione.
Se si riesce a creare una sana alchimia (e per questo le soft-skill del PM del progetto sono essenziali), solitamente la fase di analisi si conclude con la chiara consapevolezza di aver fatto un ottimo lavoro e di aver messo le basi tecniche e relazionali per le future implementazioni.
Quanto impegno dedicare alla fase di analisi?
Beh dipende da diversi fattori, ma andando ad analizzare quanto impegnato negli ultimi progetti digitali, l’analisi iniziale si attesta intorno al 30% del valore dell’intero progetto, per realizzare la fase di raccolta informazioni e di formalizzazione dei principi alla base della strategia Digitale.
Durante il Global Summit Marketing & Digital del 26 febbraio scorso, nel workshop realizzato per conto di Unicom Italia ed intitolato “Digital integrato nella Strategia di Comunicazione di un’azienda B2B“ , abbiamo presentato questo tema agli imprenditori presenti.
Sicuramente l’approccio “prima definisci bene il tuo bisogno, poi individua la soluzione” è sentito ed attuale, ma probabilmente sta ancora trovando la corretta chiave di lettura per farlo comprendere a tutti i livelli.
Non tutti infatti sono pronti o hanno la necessità di affrontare questo cambiamento. Ognuno infatti è in uno stadio diverso nel processo di “maturità digitale”.
Ma di questo parleremo prossimamente quando approfondiremo il “Digital Business Development Path” di Gartner.