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Ogni azienda che apre un ecommerce dedica molte energie nell’arricchire la scheda prodotto, pensando che sia una variabile fondamentale per portare l’utente a convertire in acquisti.

In realtà, anche altre variabili influenzano il processo di acquisto del consumatore online: una di queste è sicuramente l’usabilità del sito, che coinvolge sia la navigazione per categoria, sia le ricerche interne, sia il processo di check-out.

Secondo una ricerca di Baymard Institute, molti siti di ecommerce non prendono in considerazione la fase finale del processo di acquisto, che risulta spesso macchinosa, complessa e  di non semplice intuizione, scoraggiando l’utente che abbandona di conseguenza il carrello.

Il momento finale dell’acquisto è una fase cruciale per chiudere la vendita. Se il cliente arriva al pagamento, è ragionevolmente convinto. Dopo tutti gli sforzi fatti per portare traffico pertinente al sito, non ci si può permettere di perdere potenziali guadagni proprio ad un passo dal traguardo.

Per evitare che ciò avvenga, bisogna analizzare il comportamento dell’acquirente in fase di check-out, attraverso una serie di strumenti di monitoraggio. I dati consentiranno di capire le ragioni di eventuali criticità emerse, come ad esempio un elevato tasso di abbandono del carrello. Sarà così possibile attuare in corsa modifiche strategiche, che possono risultare davvero efficaci.

Non esiste il modello ideale di pagina di check-out: l’impaginazione dipende da una molteplicità di fattori. Inoltre alcuni ecommerce concentrano in una sola pagina tutte le informazioni (dai dati sulla fatturazione/spedizione fino al metodo di pagamento), altri invece preferiscono diluirle in un percorso a step.

Ecco un vademecum con alcuni punti fondamentali per ottimizzare il processo di check-out e aumentare il tasso di conversione:

  1. Creare una pagina di carrello chiara e usabile a livello grafico, soprattutto da mobile, poiché la diffusione degli smartphone è esponenziale.
  2. Se sono previste più pagine di check-out, rendere i passaggi agli step successivi ben visibili e chiari.
  3. Inserire elementi che possano rafforzare la fiducia verso il brand e verso l’azienda stessa (feedback, recensioni ecc..).
  4. Evidenziare le spese di spedizione, in modo che non siano una brutta sorpresa finale per il cliente.
  5. Offrire la possibilità di effettuare l’acquisto senza l’obbligo di creare un account. Se, per esempio, si nota che un gran numero di utenti abbandona il carrello al primo passaggio in cui si richiede di accedere con un account registrato, si può pensare di aggiungere l’opzione di check-out come ospite.
  6. Rendere visibili le varie modalità di pagamento, gli spedizionieri utilizzati, le tempistiche di consegna. Più opzioni di delivering sono presenti, meglio è.
  7. Trasmettere credibilità tramite sigilli e certificazioni, informazioni su come contattare l’azienda, info sulla privacy, info chiare sulle modalità di reso e recesso. Elementi di rassicurazione possono essere la live chat o il numero verde.
  8. Mostrare un riepilogo dei prodotti in carrello, con la possibilità di rimuoverli, cambiare colore, dimensioni o quantità.
  9. Valutare attentamente l’utilizzo di colori e sopratutto rendere chiari i campi obbligatori con asterisco (*) in colore rosso o nero.
  10. Trovare un modo discreto e non invadente per proporre l’acquisto di prodotti simili o correlati.

Cambiamenti anche minimi nella pagina del check-out possono produrre risultati e ritorni economici importanti.

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