Hai creato il sito web per la tua azienda, invii e-mail regolarmente ai tuoi contatti e hai avviato un piano editoriale sui social media, facendo magari anche della sponsorizzazione: eppure, senti di non riuscire a cogliere l’attenzione e l’interesse del tuo target come vorresti. Che fare?
Se stai leggendo questa introduzione, probabilmente è perché hai pensato (o qualcuno ti ha suggerito) che l’influencer marketing potrebbe essere una soluzione al tuo problema. Ma come funziona nella pratica? Vale anche per il B2B? E funziona anche se si sceglie un influencer più piccolo (ed economico) rispetto a Chiara Ferragni?
Awareness, credibilità ed engagement per il brand
Sfatiamo il mito che gli influencer siano apparsi magicamente negli ultimi 15 anni: Aristotele, i grandi gladiatori dell’antica Roma, Isabella d’Este, Maria Antonietta, Beethoven, Madame de Pompadour e Gabriele D’Annunzio sono stati influencer ante litteram delle loro epoche.
L’influencer, infatti, è “semplicemente” una persona che è in grado di influire sui comportamenti e le scelte di un determinato pubblico; grazie a internet, oggi sono molti di più e molto più conosciuti.
Ma perché l’influencer marketing è così popolare?
In virtù di ciò, il supporto di un influencer può rafforzare l’autorevolezza e la credibilità del tuo brand, migliorando a cascata la fiducia del tuo target e predisponendo il terreno giusto per la fidelizzazione nel medio-lungo termine.
Ma esistono gli influencer anche nel B2B? Assolutamente sì, ma tendono a essere di dimensioni più piccole… la qual cosa non è un male, anzi, e capiremo subito perché!
Nano e micro influencer: chi sono e perché sceglierli?
Nell’ambito del B2B, i target ai quali ci rivolgiamo sono spesso molto settoriali e verticalizzati su determinati ambiti. Di conseguenza, i pubblici sono più ristretti e gli influencer che vi si rivolgono rientrano in genere in una di queste due fasce:
- Nano influencer: 1.000-50.000 follower;
- Micro influencer: 50.000-100.000 follower.
Ora, il fatto che i numeri siano più piccoli rispetto a quelli dello stereotipo che abbiamo in mente non ci deve scoraggiare: questo perché il tasso di engagement di questi influencer è più alto rispetto a tutte le categorie più grandi!
I nano influencer sono percepiti come persone più autentiche e sincere, mentre i micro influencer possono essere già visti come esperti di riferimento della propria nicchia di mercato. Ciliegina sulla torta: le loro fee sono decisamente più convenienti rispetto ai grandi influencer, permettendovi di ottimizzare il budget a disposizione.
Collaborando con uno di questi influencer si ha la possibilità di entrare in contatto con un pubblico specifico, coinvolto e attivo: in breve, qualità che vince sulla quantità, e questo è coerente anche con una strategia di digital marketing che si concentra sui contatti in target come un cecchino invece di sparare sulla massa, disperdendo risorse utili.
Individuare l’influencer giusto per le tue esigenze
Abbiamo capito che gli influencer possono aiutarci ad aumentare l’awareness, la percezione positiva e il coinvolgimento sul nostro brand, e che scegliere pesci più piccoli può essere effettivamente una strategia conveniente. Il passo successivo è capire con chi vogliamo collaborare!
A seconda degli obiettivi ai quali puntiamo, infatti, possiamo adottare strategie diverse:
- influencer del tuo stesso settore possono aiutarti ad ampliare in modo verticale la tua audience in target e a dare autorevolezza al tuo brand;
- influencer di un diverso settore potrebbero essere perfetti per lavorare con un approccio cross selling, aprendo gli orizzonti del tuo prodotto e segmenti di mercato ancora inesplorati.
Come trovare queste persone? I social sono una fonte preziosissima di informazioni: se non l’hai già fatto, è arrivato il momento di fare deep diving nei “seguiti” del tuo target. A volte ce ne dimentichiamo, ma l’errore più banale che si può commettere è dare per scontato di conoscerlo!
Sia che tu sia un insider del settore nel quale lavori, sia che tu sia un outsider che ha messo a disposizione le proprie competenze per un mondo che prima non conosceva, è importante dedicare del tempo per scoprire e imparare cosa pensano le persone a cui ti vuoi rivolgere, come si comportano e quali sono le loro figure di riferimento effettive, e non limitarti alla versione ideale che hai in testa.
Attenzione anche a tenere conto dell’inclusività nella scelta delle partnership: non solo può aiutarci a creare una comunicazione più “vera” e coinvolgente per tante persone, ma è un’occasione per tutti di contribuire a superare decenni di pubblicità stereotipata.