Ci sono settori, tra cui il marketing digitale, in cui ogni anno si assiste alla nascita di un nuovo approccio, di una metodologia rivoluzionaria o di una qualsivoglia panacea per raggiungere l’obiettivo principe di ogni azienda: aumentare le generazione di lead, profilarli e trasformarli in clienti. Le idee si moltiplicano ma, a ben vedere, gli strumenti a disposizione sono sempre gli stessi per chi vuole entrare nel digitale e sfruttarne le potenzialità. In questo secondo appuntamento con Digital Marketing 4 Business, parleremo delle strategie digitali per attirare potenziali nuovi clienti nei database aziendali e come gestirli al meglio nel tempo.
DIGITAL MARKETING 4 BUSINESS
I principali elementi di digital marketing per attirare e generare lead
Volendo ridurre all’osso la questione, per aumentare la lead generation B2B da attività digitali gli elementi fondamentali si possono contare sulle dita di una mano:
In aggiunta, per i più lungimiranti, piattaforme tecnologiche in grado di integrare dati e renderli comprensibili a chi – alla fine dell’anno – deve tirare una riga tra costi sostenuti e risultati ottenuti e decidere come distribuire il budget per l’anno successivo.
Avere a disposizione tutti questi strumenti non assicura il buon esito del progetto, se manca una strategia generale di acquisizione di medio-lungo periodo.
Popolare la base contatti con attività Inbound
C’è una costante che caratterizza i nostri interlocutori: la volontà di spostare o affiancare attività di marketing tradizionale a progetti di web marketing per ampliare la loro presenza online ed intercettare nuovi contatti in target, nonché mantenere una relazione con quelli esistenti.
La base di partenza è la stessa, ma l’esecuzione dipende dagli obiettivi, dal budget e dal tipo di settore in cui opera l’azienda.
Nel mercato B2B, che è quello nel quale ci muoviamo con più esperienza, il processo di acquisizione del cliente è lungo, articolato e frammentato e vede il coinvolgimento di diversi stakeholder che – in alcuni casi – agiscono come influencer all’interno del buyer journey.
In questi casi, abbiamo sempre più compreso come un atteggiamento di attrazione – più che di interruzione – risulti vincente per invitare l’utente a seguirci, informarsi, relazionarsi con noi e diventare cliente. Questa modalità, che prende il nome di inbound marketing, ci permette di costruire un sistema che si autoalimenta secondo flussi definiti e che genera valore nel medio-lungo periodo.
Adottare questa visione del marketing permette di vedere sotto una nuova luce gli elementi elencati in precedenza, modulandoli a nostro favore per generare contatti in autonomia, seguendo flussi di conversione pensati analizzando le personas e il loro comportamento.
Vediamo nel dettaglio.
Il sito internet, da semplice vetrina dell’azienda, può diventare una macchina di generazione lead grazie a piattaforme di marketing automation, come HubSpot, e a un’architettura dell’informazione che accompagni l’utente nel suo percorso di acquisto e/o informativo.
Le attività di content marketing – prima tra tutte il blog aziendale – riprendono la loro grande forza attrattiva e danno una cornice di senso a una sezione troppo spesso relegata a mere news di partecipazioni fieristiche o di lancio prodotto.
Un piano editoriale di pubblicazioni strutturato e sostenibile – in termini di fattibilità e mantenimento nel tempo – è un asset per farsi trovare dagli utenti su ricerche legate ad esigenze, informazioni, comparazioni e non più solo al prodotto/servizio che si vuole vendere.
In quest’ottica, anche i social network e le campagne di advertising online cambiano pelle, da attività puramente outbound a canali in cui dialogare con l’utente attraverso contenuti di qualità – i primi – e strumenti per rafforzare le attività inbound generando risultati nel breve periodo – le seconde.
Le attività di email marketing, spesso bistrattate poiché ritenute ormai in declino, se riprogettate coerentemente con l’ecosistema digitale, accompagnano l’utente nel processo decisionale, fidelizzano, gratificano e informano (sì, anche la newsletter).
A raccogliere tutti i dati dei nostri utenti e a trarne beneficio sarà il CRM – o piattaforme che ne facciano le veci – che via via si andrà popolando di contatti in target in base alle attività di campagna.
Una base contatti coerente e profilata è la risposta sia alle esigenze commerciali dell’azienda, sia allo scenario cookieless che prospetta l’utilizzo solo di contatti di prima parte: i dati proprietari generati dall’interazione diretta con l’azienda.