Come azienda, ci interroghiamo da sempre sull’impatto che abbiamo sul mondo che ci circonda: sull’ambiente, sulla società, sulle persone, sull’economia. È per questo che abbiamo scelto di intraprendere un percorso verso la sostenibilità ambientale quando ancora non era un trend globale, e pur non essendo obbligati da alcuna normativa.
L’impegno nella Responsabilità Sociale d’Impresa
Fin dal 2005 abbiamo introdotto concetti e modelli di Responsabilità Sociale d’Impresa seguendo il paradigma “people, planet, profit”, cioè perseguendo obiettivi di business nel rispetto dell’ambiente e delle persone.
Redigiamo e pubblichiamo il Report di Sostenibilità dal 2015 e siamo fieri di aver evoluto nel 2022 il nostro statuto in Società Benefit. Consideriamo naturale vedere il nostro operato non solo come produzione di profitto, ma come generazione di valore aggiunto per tutti gli stakeholder.
Si tratta di tematiche verso cui il management e i collaboratori di Intesys hanno sempre manifestato una spiccata sensibilità, e che ci vedono coinvolti da anni in una pluralità di progetti ed iniziative, che interessano tutti i pilastri della sostenibilità: quelli del famoso acronimo ESG.
Consapevolezza e sostenibilità ambientale
Il nostro pianeta ci sta particolarmente a cuore: la nostra sede è alimentata al 100% da energia rinnovabile, di cui in parte autoprodotta tramite un impianto fotovoltaico.
Per quanto riguarda lo spostamento di beni e persone, nel 2015 abbiamo iniziato a calcolare la nostra impronta ecologica, per capire da un lato come mitigare, dall’altro come poterla compensare: nel tempo, abbiamo sostenuto una serie di progetti di carbon offset, realizzati principalmente nel sud del mondo. Tutte le informazioni sono reperibili sulla pagina di dettaglio sulla nostra collaborazione con Reteclima.
L’avvento del CSRD, la nuova direttiva europea sul reporting di sostenibilità delle imprese, ci ha spinto a compiere un ulteriore salto di livello. Per dimensioni e fatturato, la normativa al momento non ci obbliga a fare nulla. La nostra intenzione però è quella di adeguarci comunque alle indicazioni della Comunità Europea, aggiornando il nostro approccio alle tematiche ESG.
Nello specifico, a partire dal 2024 (e quindi basandoci sui dati dell’anno precedente), abbiamo ritenuto opportuno dotarci di un sistema di calcolo dell’impronta più strutturato rispetto al precedente, affidandoci ad un software certificato di raccolta dati: l’obiettivo è quantificare in modo ancora più preciso e puntuale le attività che generano emissioni equivalenti di CO2.
Il monitoraggio della nostra carbon footprint
Come calcoliamo oggi la nostra impronta ecologica?
Ci siamo rivolti ad una società specializzata, Green Future Project, che ha sviluppato una piattaforma per le aziende, che rende la rendicontazione delle emissioni più semplice e intuitiva. Ovviamente si tratta di una procedura in linea con gli standard internazionali per la misurazione e rendicontazione dei gas ad effetto serra (protocollo GHG).
In realtà, ancora prima di conoscere l’esito del calcolo, abbiamo proceduto a compensare 60 tonnellate di CO2 per il 2023, raddoppiando la media delle emissioni calcolate per i due anni precedenti. Sono numeri, comunque, molto ridotti rispetto a quelli pre-covid: il ricorso allo smart-working ci ha reso molto più friendly nei confronti dell’ambiente.
Nel 2018, giusto per capirci, producevamo 97.9 tonnellate di emissioni di gas CO2 equivalenti: la riduzione da allora è stata importante e va ascritta quasi completamente al cambiamento delle modalità di lavoro: meno trasferimenti casa-ufficio, meno trasferte da clienti. Le due voci infatti rappresentavano all’epoca circa l’80% del totale delle emissioni, percentuale che si è notevolmente ridotta.
Un miglioramento che non ci basta. Calcolare in modo più preciso il nostro impatto sull’ambiente ci permetterà di individuare con grande precisione le possibili aree di miglioramento e di intervenire in modo chirurgico per ridurre in modo ulteriore la nostra carbon footprint.